
È la Notte dell’Oscar - salvo drammatico spareggio -, la più attesa dell’anno. L’Academy di via Rosellini ha deciso di assegnare i premi non di domenica, bensì di venerdì. Il più prestigioso è lo scudetto; non sono da trascurare i riconoscimenti minori (qui le medaglie non mancheranno).
Le nomination.
Scudetto SSC Napoli, Football Club Internazionale Milano
Miglior Regia Antonio Conte, Simone Inzaghi
Miglior Attore Protagonista Scott McTominay, Lautaro Martinez
Miglior Attore non protagonista Aurelio De Laurentiis (la candidatura più sorprendente per il non-protagonismo), Giuseppe Marotta
Miglior Sceneggiatura originale Antonio Conte, Giuseppe Marotta
Miglior Film Internazionale Inter FC per Inter-Barcellona
Miglior Film d’Animazione Antonio Conte, Giuseppe Marotta
Miglior montaggio Giovanni Manna, Piero Ausilio
Miglior Trucco e Acconciature non mi pronuncio
Migliori effetti visivi André-Frank Anguissa, Hakan Calhanoglu, la Var
Miglior sonoro Stadio Maradona, Stadio San Siro, Stadio Olimpico
Miglior Colonna sonora originale Sarò con te, Pazza Inter Amala, Roma Roma Roma
La stagione calcinematografica è stata stressante, ma emozionante, in particolare nel finale. Conte e Inzaghi gli interpreti più brillanti tra gli allenatori: Antonio ha avuto un impatto inesorabile piegando, adattando, deformando a (dis)piacere la squadra. Simone ha fornito in più di un’occasione uno spettacolo superiore.
Non sono mancate le conferme e le sorprese. Gasperini e Italiano hanno fatto cose eccezionali; Baroni si è finalmente misurato con una piazza ambiziosa dimostrando di saperci fare. Fabregas è stato la sorpresa più bella: ha diretto a meraviglia il Como. Un lavoro nient’affatto disprezzabile hanno portato a termine anche Palladino, deb con una delle potenziali prime otto, e Di Francesco con una squadra non di livello.
Si c hiude così il capitolo più importante di un campionato che riflette il presente del calcio mondiale. Non mi stancherò mai di ripetere che il calciatore e lo spettacolo devono essere posti di nuovo al centro. Con tanti saluti a Infantino e Ceferin, alla loro sete di potere e agli effetti dell’imbastardimento dei calendari.
And the winner is...